Carlo Massarini con un giovane Luzzatto Fegiz nello studio di Per voi giovani

 

 


Ancora Massarini e Fegiz insieme ai tempi di Mr. Fantasy

 

 


Mediamente (Rai)

 

 


Carlo Massarini oggi

un pezzo scritto nell'82. Il tempo ha detto che loro sono effettivamente un gran gruppo. Devo dire che sono stati forse, in tutto quel periodo, gli unici a riuscire ad arrivare a dimensioni "da stadio". Hanno avuto grande successo negli Stati Uniti nonostante i problemi del cantante. Ho seguito le sue vicende personali leggendole dai giornali...certo che Gahan ha tentato l'eutanasia in tutti i modi!. Di quella generazione, e non solo elettronica, che era in rotazione su Mister Fantasy, sono stati gli unici a crescere in maniera chiarissima, e a durare. Evidentemente, c'era già nella loro miscela qualcosa che potesse arrivare a molta gente ed un suono piu' potente degli altri" 

- Oggi grazie al computer è cambiato il modo di diffondere e promuovere la musica. Come vedi il fenomeno del file sharing?

"E' una questione delicata. E' un modo di far girare musica e quindi di diffonderla anche presso coloro che non la sentirebbero o non avrebbero i mezzi per ascoltarla. Di certo l'industria discografica non ha capito rischi e potenzialità del digitale, inteso come capacità di copiare e distribuire la musica. Non ha nemmeno capito come è cambiato il gusto del consumatore e quindi ha pagato pegno: rimangono solo tre-quattro grandi case discografiche, e cio' è segno che il sistema non ha retto. Capisco pero' anche che è cambiata la maniera di ascoltare la musica e la musica stessa. L'unica cosa identica è il fenomeno di divismo, che non è cambiato con gli anni. Tutto il resto si. La musica di venti o trenta anni fa aveva molta piu' anima e piu' contenuto nel vero senso della parola e quindi anche il rapporto con i musicisti era diverso. C'era grande identificazione. Ricordo le copertine, che erano degli oggetti quasi di venerazione...tornavi a casa con quattro dischi e credevi di avere quattro tele....era un tipo di rapporto piu' profondo ed intenso. Ecco, è cambiato l'affetto quasi fisico che si aveva nei confronti del prodotto discografico. Arrivo a supporre che i boxset di oggi sono concepiti molto piu' per i quarantenni che non per i ventenni, che non avendo vissuto la fase di cui parlavamo prima, molto probabilmente hanno un legame piu' disinvolto con il file che è, in se', una icona assolutamente vuota. Anche il lato economico ha il suo peso. Le case discografiche non sono riuscite ad adeguare il prodotto ad un prezzo ragionavole. Si possono continuare a vendere gli album dei Beatles o Stones a venti euro? Cosi' impedisci anche alle nuove generazioni di avvicinarsi alla musica storica"

- Dall'epoca di mister Fantasy, possiamo ormai dire che non ci sono stati, tranne casi sporadici, programmi musicali televisivi cosi' di culto. La proposta televisiva si è dilatata molto, sono nati network che si occupano solo di musica. Ma è soltanto questa la spiegazione?

"Non c'è mai una risposta secca a questa domanda. Se la fai ad un dirigente televisivo, lui ti risponde che la musica non funziona, ti dice che non si fanno molti ascolti, e se pure si ottenessero invitando artisti importanti, lui avrebbe modo di risponderti che gli ascolti sarebbero gli stessi del karaoke di Domenica In...e allora perchè spendere dei soldi quando basta chiamare quattro cantanti degli anni sessanta? Se lo chiedi ai discografici, loro dicono che sarebbero disponibilissimi... ma in realtà non hanno un grande controllo sugli artisti, che stanno in mano ai management e costano molto. Aggiungi che in generale i direttori di rete non sono amanti della musica a punto tale da rischiare un flop nel nome della qualità...e che le tv dedicate alla musica in buona parte soddisfano il bisogno di nuovo e di videoclip, per cui le reti tradizionali non si sentono in dovere di concepire un Mister Fantasy 2000. Ma forse alla fin fine il fattore decisivo è che probabilmente nessuno sa come fare in televisione degli show musicali di buona qualità...e nessuno se ne preoccupa"

- Mister Fantasy ha interrotto la sua serie mentre era al massimo della popolarità. Questo ha consegnato il programma al mito. Ma non sarebbe umano essere del tutto contenti di quella scelta. Alla fin fine, te ne sei dispiaciuto?

"Mister Fantasy chiuse per un paio di validi motivi. Fondamentalmente per dissidi interni sulla linea da seguire. Giaccio, che ne fu l'inventore, voleva farne un programma per adulti. Io invece ero convinto che era giusta la linea del programma per ragazzi, che sarebbero pero' diventati adulti rimanendo quindi fedeli alla trasmissione. Brando Giordani, allora il Direttore di Rai Uno, aveva una sua idea, fare Mister Fantasy dagli Stati Uniti, e forse non sarebbe stata una cattiva idea, ma nonostante il mio grande amore per gli USA, avevo la sensazione che comunque si fosse chiuso un ciclo. Certo, il programma avrebbe potuto continuare uno o due anni, ma cio' non avrebbe aggiunto nulla a quello che c'era già stato. Ero anche convinto che non bisognasse mai soffermarsi troppo su alcune cose e che occorresse farne di nuove. Mi sentivo un piccolo Bowie della televisione degli anni ottanta, ed ero anche convinto di poter realizzare progetti piu' interessanti e perfino piu' belli. Allora non si ragionava molto in termini di carriera, marketing, indotto, star system televisivo. Non avevo neanche un agente. Per carattere ero uno un pò fuori delle logiche del sistema, volevo fare le mie cose, ma senza dover pagare quei prezzi senza i quali è difficile avere il grande successo. Non ho mai considerato la televisione come il vero scopo della mia vita, al quale sacrificare tutto il resto.. Col senno di poi posso dire di aver avuto un successo molto anomalo, forse quasi casuale"
Da creatura della notte, molto difficile a credersi.

(Fabrizio Cassero)