nel tempio new romantic, il Camden Palace, nella cui toilette una sera si barrico' un terrorizzato Dave Gahan investito da improvvisa popolaritą nel periodo dei sold out all'Hammersmith Odeon.
Ecco, se volete identificare la nascita e lo sviluppo del synth-pop nello scenario musicale dei nostri tempi, c'č molto di vero e tanto di romantico nella storia di Steve e dei suoi Blitz Kids.
Ma accanto all'identificazione con un gruppo di pionieri elettronici trasfigurati dal make-up, il fenomeno techno-pop ha anche una sua collocazione storica ben precisa. Agli inizi degli anni ottanta, il movimento punk e le sue espressioni piu' estreme ed autodistruttive avevano gią mostrato segni di impopolaritą, mentre nell'Inghilterra del governo della signora Tatcher  -la lady di ferro impegnata in scontri durissimi nel sociale- i giovani esorcizzavano il rigido tenore di vita imposto dal momento con una esasperata attenzione all'estetica, allo stile, al modo di esporre la propria immagine, magari con mezzi assolutamente personali ed ovviamente non dispendiosi.  Dal punto di vista strettamente strumentale, la disponibilitą dei nuovi sintetizzatori a prezzi molto piu' contenuti apri' ad una larghissima fetta di musicisti la possibilitą di esplorare territori vergini e dalle sconfinate potenzialitą timbriche. Una manna a portata di dito.
Il prodotto di tutto cio' deflagro' ubiquamente ed in pochissimo tempo in scenari alternativi al Blitz di Steve Strange, come il Barbarella di Birmingham ed il Crocks a Raleigh, nell'Essex, dove quattro sbarbatelli guidati da Vince Clarke cominciavano a raccogliere adepti al ritmo dei loro synths monofonici poggiati su casse di birra. Il tripudio techno-pop prospero' sostenuto da un grosso successo in tutta Europa, e si protrasse poi per qualche anno, stimolato dal talento di gruppi come Soft Cell, OMD, Human League, Simple Minds, Tears For Fears, Yazoo, New Order  -solo per fare alcuni fra i nomi piu' noti- prima di venire fisiologicamente risucchiato dalle nuove tendenze musicali della seconda metą degli anni ottanta.
Ma i veri conti, ovviamente, possiamo farli ora, ossia quando il tempo ed una valutazione retrospettiva ci offrono la possibilitą di misurare l'influenza ed  l'indelebilitą del segno lasciato da quella specifica onda musicale negli scenari che sono seguiti. E i fatti dicono, dopo venticinque anni, e ben al di la' dei ciclici ricorsi storici, che il techno-pop ha dato linfa ed ispirazione ad una serie di filoni musicali accomunati dal sapiente uso dell'elettronica. A questo invisibile filo rosso, e senza nemmeno scendere in noiose diatribe eziologiche, sono sicuramente legate, ad esempio,  la dance music, una larga parte della produzione disco italiana di tutti gli anni ottanta e novanta, l'house music nelle sua piu' disparate frammentazioni e una gossa fetta dell'elettronica dei giorni nostri, che guarda ancora ai primi Depeche Mode con rispetto ed infinita gratitudine.
Proprio per questo, celebrare i 25 anni del techno-pop puo' essere un atto dovuto ma al tempo stesso improprio, poichč il movimento non ha mai avuto -nella realtą dei fatti- una sua fine naturale.
Ma nel nostro caso, č semplicemente un comodo pretesto per ricordare origini, atmosfere e protagonisti di un periodo d'oro e dei suoi eccessi. Come quelli del nostro Steve, abbandonato dai suoi compagni di ventura dopo aver speso ottantamila sterline in capi di abbigliamento e aver realizzato un promo a cavallo di un cammello nelle strade di New York, per poi finire in cella per il tentato furto di un pupazzo dei Teletubby in un grande magazzino nel Galles.
Romantico fino alla fine, se volete.

(Fabrizio Cassero)

 

 


Egan, Ure e Strange
 

 


Il Blitz

 

 


Steve Strange nel 2000